Esperto della lavorazione delle pelli, oltre che CEO di Erretre, importante azienda italiana specializzata nella produzione di macchine per conceria, Antonio Galiotto parla a ruota libera di come è cambiato il mercato in questi ultimi anni, delle nuove sfide tecnologiche e delle prospettive per il futuro
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Cosa comporta, in termini di offerta tecnologica, la maggior dimensione del cliente?
«Negli anni Ottanta una conceria era grande quando produceva 400-500 pelli al giorno, oggi bisogna aggiungere degli zeri per poter definire grande un impianto conciario. Questo significa che anche l’aspetto tecnologico è radicalmente cambiato: in queste concerie le macchine sono chiamate a lavorare in maniera quasi incessante, talvolta anche 24 ore su 24, 7 giorni su 7. C’è quindi bisogno di impianti molto più performanti. Non solo: questi gruppi hanno bisogno di ottenere articoli con le stesse caratteristiche pur producendoli in impianti, latitudini e climi fra loro molto diversi, a prescindere dalla struttura in cui operano. A noi viene chiesto di fornire macchine che garantiscano risultati costanti e riproducibili indipendentemente dalle variabili e pertanto i nostri sforzi sono mirati a studiare processi conciari sempre più industriali, sostenibili, controllabili anche a distanza».
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