Il gruppo veneto presenta un importante passo avanti nella progettazione di bottali, cabine di spruzzatura e tunnel di asciugaggio attraverso l’introduzione di soluzioni innovative in grado di valorizzare la materia prima lungo tutto il ciclo di lavorazione garantendo risultati riproducibili su scala industriale
Grandi novità nelle tecnologie di lavorazione della pelle. Arrivano da una delle più importanti aziende del comparto, la Erretre di Arzignano, specialista nella produzione di bottali e linee di spruzzatura, cui fa capo anche la produzione di cabine di spruzzatura ed essiccatoi del prestigioso marchio Fratelli Carlessi, rilevato cinque anni fa ed oggi divisione autonoma ma completamente integrata nel gruppo. Innovazioni che riguardano tutte le tipologie di macchine offerte dall’azienda veneta leader del settore e che partono da concetti di largo respiro legati alla necessità di una sempre maggiore industrializzazione della produzione in conceria in un’ottica di riproducibilità e costanza dei risultati.
"Lavoriamo a queste soluzioni da cinque anni. Abbiamo fatto ricerche, prove e sperimentazioni di tutti i tipi e su tutte le tipologie pelli, perché per noi non si trattava di lanciare qualche nuova macchina, ma di fornire nuovi strumenti per rivoluzionare il processo di concia e rifinizione, cercando di pensare fuori dagli schemi per esplorare strade nuove. Ora, finalmente, siamo pronti a presentare al mercato questi impianti di nuova generazione che consentono di fare un vero passo avanti in questo settore"
ha dichiarato il presidente di Erretre, Antonio Galiotto, nel corso di un evento rivolto alla stampa specializzata durante il quale, oltre al moderno stabilimento dove si costruiscono gli impianti destinati alle concerie di tutto il mondo, è stato mostrato il nuovo laboratorio di ricerca e sviluppo IST, attrezzato come la più moderna delle concerie, in grado di effettuare sperimentazioni su scala industriale e prove anche per conto dei clienti in un ambiente assolutamente riservato. Grande esperto di concia, oltre che di progettazione di macchine per conceria, l’imprenditore veneto ha spiegato come le novità tecnologiche nascano prima di tutto dalla constatazione che ormai la maggior parte delle concerie lavora su pelli già in fase wet blue o crust, con le quali si devono produrre gli articoli desiderati mediante le operazioni di rifinizione. Ma, si sa, le pelli sono tutte diverse, come diverse sono le tecniche di concia che ciascuna pelle può aver subito. Il lavoro del rifinitore è focalizzato quindi a rendere riproducibile il proprio articolo finito indipendentemente dal materiale di partenza.
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